Solo Caronte può traghettarci verso l'autunno
Si allunga l'estate di Hell in the Cave: verso la prossima stagione ci accompagna Caron Dimonio, con occhi di bragia
in spettacolo  del 01-09-2015
di Solcom
foto Solo Caronte può traghettarci verso l'autunno

Nella Divina Commedia di Dante, Caronte è un vecchio coperto di barba bianca, con gli occhi circondati da fiamme, che minaccia severi castighi ai dannati e li fa salire sulla sua barca, battendo col remo le anime che si adagiano sul fondo e quelle che si attardano. Ostacola anche Dante, prima di essere zittito da Virgilio, traghetta solo le anime dannate, viene demonizzato

Sgrida le anime, le picchia con un remo, da semplice traghettatore diventa un essere furioso che per prima cosa odia sé stesso e che, di riflesso, odia coloro che accompagna. La sua caratteristica principale è legata agli occhi: quelli di Caronte sono sempre feroci, lampeggianti, febbrili, di un colore tra il blu e il grigio. Caron Dimonio, con occhi di bragia è una descrizione tanto sintetica quanto azzeccata.

In Hell in the Cave Caronte compare nel settimo quadro, subito dopo la parte iniziale, quando gli spettatori hanno appena completato la scalinata e stanno per scendere sul fondo della Grave. Siamo
quasi al buio, con una corda di luce a segnare il percorso, Caronte è annunciato da un rumore di acque e uno scafo che le attraversa. I demoni gemelli come una figura bicefala urlano i versi di Caronte:

3. 84              «Guai a voi, anime prave!
3. 85              Non isperate mai veder lo cielo:
3. 86              i' vegno per menarvi a l'altra riva
3. 87              ne le tenebre etterne, in caldo e 'n gelo.


E' l'annuncio di Lucifero, è l'annuncio dell'Inferno. Benvenuti a Hell in the Cave, vi portiamo tra demoni e anime dannate. Buon viaggio.

In Dante, invece, assume una connotazione meno neutrale e più "schierata". Il Caronte dantesco, infatti, sgrida le anime ("Guai a voi, anime prave!", Canto III dell'Inferno, v. 84) fino ad arrivare a picchiare con un remo coloro che si attardano sulla riva ("...loro accennando, tutte le raccoglie; batte col remo qualunque s’adagia" Canto III dell'Inferno, v. 110-111”).

Ci accorgiamo, allora, che Caronte è mutevole nella sua rappresentazione iconografica: da semplice traghettatore, diventa, nell'accezione cristiana di cui il Poema è intriso, un essere furioso che per prima cosa odia sé stesso e che, di riflesso, odia coloro che accompagna, destinati ad avere una collocazione nel grande disegno divino.

Caratteristica comune sono, tuttavia, gli occhi: quelli di Caronte sono sempre feroci, lampeggianti, febbrili, di un colore tra il blu e il grigio (qualcuno sostiene siano gli specchi del suo compito: né chiari, figli della bellezza di Dio, né neri, rappresentativi del colore della Morte e del Diavolo).

Ci si potrebbe chiedere se Caronte abbia mai traghettato dei vivi.
In effetti alcuni sono riusciti a passare oltre il fiume e, in alcuni casi, persino a tornare.
Si tratta di eroi (Enea, Teseo, Eracle e Odisseo), divinità (Persefone), dell'indovino Orfeo, della Sibilla Cumana Deifobe, di Psiche e di due insospettabili: San Paolo e lo stesso Dante Alighieri. - See more at: http://www.latelanera.com/divinita-demoni-personaggi/dio-demone-personaggio.asp?id=146#sthash.wFfgSxrz.dpuf
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